La situazione tampone trovata dall’amministrazione comunale per fronteggiare l’emergenza determinata dalla chiusura delle quattro scuole di Padia, San Lorenzo, Foresta e Duglia, in molti casi, sta mettendo a dura prova la pazienza di genitori e maestre.
Vi sono situazioni al limite, che non possono più protrarsi, pena una evidente lesione al diritto allo studio dei bambini.
E’ il caso, solo per fare un esempio, del momentaneo spostamento della Primaria di Padia a Pastrengo. Qui è davvero difficile parlare di condizioni ottimali per l’apprendimento degli alunni.
I bambini sono stati dislocati in quattro aule, si fa per dire. Le due sul piano dell’ingresso sono comunicanti, senza che a dividerle vi sia una porta. Inoltre alunni e maestre di una delle due devono attraversare l’altra per guadagnare i banchi e la cattedra. Le criticità non mancano, ma queste sono probabilmente tra le più evidenti.
Quel che inquieta genitori e alunni di questa scuola è tuttavia la condizione di precarietà senza prospettive nel breve e medio periodo. La scuola di Padia, così come le altre tre, è stata chiusa in seguito a indagini diagnostiche che hanno evidenziato pericoli immediati determinati da criticità strutturali dell’edificio. Dal Comune continuano a dire che si tratta di una situazione momentanea, ma lo è già da oltre una settimana.
Il sindaco Nicola Tenuta aveva pensato a un possibile spostamento nei locali del Liceo Classico o in una struttura di proprietà dell’Aterp, ma al momento su questo fronte non si registrano significative novità. Per quanto riguarda i locali di Padia, così come per le altre scuole, il Comune ha chiesto agli stessi tecnici che hanno effettuato le indagini di diagnostiche di fare una stima degli interventi da fare, per mettere in sicurezza gli edifici, e dei relativi costi. Ma stiamo parlando di tempi relativamente lunghi. Insomma, nella migliore delle ipotesi se ne riparlerà nel prossimo anno scolastico. Non vi è dubbio che di fronte a quei dati forniti dai tecnici il sindaco dovesse firmare quella ordinanza di chiusura, ma le soluzioni messe in campo per una sistemazione momentanea dei bambini e delle maestre è risultata essere tutt’altro che impeccabile. La colpa della chiusura delle scuole certamente non è del Comune, ma l’onere di trovare soluzioni a problemi è in capo a chi amministra. Bastano le foto degli ambienti scolastici di fortuna allestiti in questi giorni per capire che quelle messe in campo penalizzano oltremodo il processo di apprendimento dei bambini.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 12-11-2016
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