Così come avviene in tutta Italia, anche il circolo acrese di Sel per sabato prossimo ha organizzato la Marcia della salute.
E' anche l'occasione per lanciare nuovi strali contro il centro – destra per le condizioni in cui versa l'ospedale cittadino.
"Acri – scrive Sel in una nota – aveva un ospedale attrezzato e funzionante che garantiva ottimi livelli assistenziali ai nostri cittadini, oltre che ai cittadini dei paesi limitrofi. Ci aspettavamo che venisse potenziato, invece oggi l'ospedale non è chiuso, ma quasi. Il riordino della sanità di Scopelliti – continua Sel – ci ha "magnanimamente consentito" di diventare ospedale Spoke. Finora però, questo non è servito a nulla".
L'ospedale di Acri "non garantisce i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e non può far fronte alle emergenze. I cittadini acresi vengono dirottati verso altri ospedali della provincia, ormai saturi e privi del personale necessario, alla mercé di interminabili attese e delle mille difficoltà per i malati e per i loro cari.
Dopo le ore 20:00 – scrive ancora Sel – i cittadini devono "sperare" di non avere necessità sanitarie urgenti, soprattutto ginecologiche, chirurgiche e radiologiche. Anche il laboratorio di analisi sembra verrà ridimensionato a punto prelievo e non è dato sapere perché è stato chiuso il reparto di Psichiatria. La collocazione geografica del nostro paese e la sua disagiata e tortuosa viabilità avrebbero dovuto far riflettere qualsiasi politico di buon senso circa l'opportunità di risparmiare sulla nostra salute".
Inoltre, "se risparmio ci deve essere, noi non capiamo perché ad Acri vengono tolti posti letto in Chirurgia Generale mentre vengono, contemporaneamente, concessi a strutture private convenzionate. Ancora, il ridimensionamento dell'ospedale avrebbe dovuto essere ammortizzato dal potenziamento dei servizi territoriali, ma ad oggi nulla è avvenuto; anzi, gli specialisti in servizio nei nostri ambulatori comunali sono sempre di meno".
Sel continua "a sostenere che per questo territorio la soluzione era e resta l'Ospedale Generale e che, comunque, non si possono far quadrare i bilanci lasciando un territorio come quello acrese privo delle minime garanzie di accesso al "diritto alla salute"".
Fonte del 21-11-2013.