Quella che si appresta a vivere il suo ultimo scorcio, passerà certamente agli archivi, oltre che come una delle più calde di sempre, anche come una tra le estati più rumorose.
Soprattutto nelle ore notturne, molti locali del centro cittadino, in barba alle disposizioni messe nero su bianco da ordinanze e normative, sparano decibel a prova di doppi infissi, con contorno di schiamazzi che neanche la movida metropolitana.
E per chi vive e dorme (o dovrebbe farlo) in zona, sono dolori. Le proteste non si contano, ma concerti e performances varie vanno avanti, con buona pace di chi è sistematicamente costretto a trascorrere la notte in bianco. La misura è colma da tempo, ma questi nessuno li ferma.
Secondo l’ordinanza sindacale vigente, la numero 11, del 31-07-2014, parzialmente derogata con la numero 1, del 30-06-2017, cioè la prima firmata dal nuovo sindaco, appena insediatosi, limitatamente al periodo dall’01 luglio al 31 agosto, nei giorni venerdì, sabato, domenica e festivi “l’orario di svolgimento di intrattenimenti musicali all’interno dei pubblici esercizi e nelle aree di pertinenza, nonché presso le attività ricettive, può essere può essere protratto fino all’02:00”. Quello precedente a questa ultima ordinanza fissava il termine delle manifestazioni sonore all’01. In ogni caso, negli altri giorni il limite non supera la mezzanotte.
Non troverebbero applicazione questi limiti, “qualora l’esercizio delle attività non comporti la propagazione di emissioni sonore all’esterno del locale e non comporti disturbo agli ambienti abitativi, da comprovare con idonea certificazione rilasciata dagli uffici competenti”. Ma non è questo il caso, perché i problemi derivano dalle esibizioni all’esterno dei locali e perché i vetri delle finestre tremano, spesso fino all’alba.
Come mai nessuno interviene a fermare questa autentica manifestazione di anarchia notturna?
Eppure, “nell’ipotesi di ricorrenti lamentele della popolazione per rumore, anche ingenerato dal comportamento di avventori mediante grida e schiamazzi”, si può “disporre la riduzione dell’orario di chiusura del locale, fatta salva l’eventuale responsabilità penale del gestore”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 26-08-2017