Acri. Spese folli, e spesso ingiustificate, continuano ad essere il tallone d'Achille dell'Asp di Cosenza. In riferimento al Comune di Acri, il bilancio di previsione 2014 fa rizzare i capelli. Altro che spending review e taglio delle spese. Le cifre sono da capogiro e sono aumentate negli ultimi anni. Secondo l'ultimo rapporto l'Asp spende per i servizi presenti sul territorio circa trecentomila euro all'anno.
Le spese si riferiscono a canoni di locazione, spese condominiali, utenze telefoniche ed elettriche, riscaldamento. L'Asp è proprietaria di tre sole strutture; l'ospedale, che si sviluppa su 6000 metri quadrati ed ha un valore di sette milioni, il poliambulatorio di via Julia, 720 metri quadrati ed un valore di 960mila euro e il centro di riabilitazione, 475 metri quadrati ed un valore di 456mila euro. Per il resto paga fitti onerosi e conseguenti spese di gestione che, spesso, hanno cifre a tre zeri. Si tratta di uscite che hanno contribuito, e contribuiscono, a mandare in tilt tutto il sistema sanitario tanto che proprio la sanità è il settore che impegna circa il 60% dell'intero bilancio regionale. Il tutto mentre tutta la classe politica è silente. Non si comprende, infatti, perchè le forze politiche, soprattutto quelle che parlano di tagli agli sprechi e risparmi, non abbiano alzato la voce di fronte a tali corposi costi. Da qualche anno, ad esempio, l'ospedale Beato Angelo è stato smantellato, nel senso che alcuni reparti sono stati soppressi come ostetricia e ginecologia situati al primo piano. Si tratta di ampi e confortevoli locali che potrebbero ospitare tranquillamente gli uffici del cup, centro di prenotazione unica, al momento ubicati presso una struttura privata ed altri uffici dislocati sul territorio. C'è di più: a pochi metri dall'ingresso del Beato Angelo, vi sono immobili e depositi pagati a caro prezzo dall'Asp. Alcuni di essi sono sottoutilizzati, altri ancora vuoti. Perché, allora, non utilizzare alcune stanze dell'ospedale? Tra poche settimane si vota per le elezioni regionali, ci sarà un nuovo governatore e, quindi, nuovi dirigenti alla guida dell'Asp. Ci si augura che quest'ultimi mettano mano finalmente agli sprechi creati dai fitti cosiddetti passivi.