Da pediatra neonatologo a medico in prima linea in un reparto Covid-19, dopo essere stato infettato dal virus. È la storia di Luca Le Pera, 41 anni, di origine calabrese, trasferito a Bologna "per motivi di cuore", come ama precisare.
Dottor Le Pera, quando è rientrato all’ospedale Maggiore?
"Lunedì scorso e penso di essere il primo medico guarito dell’Emilia-Romagna, perché mi sono contagiato quando la diffusione della malattia non era ai livelli di questi giorni".
Quando ha scoperto i primi sintomi?
"Domenica 8 marzo ero al lavoro, occupato nel turno di notte, ma verso le 23 ho avvertito la febbre. L’ho misurata ed era già a 38, una cosa che non mi succedeva da anni. Allora ho chiamato il dottor Fabrizio Sandri, responsabile della Neonatologia e terapia intensiva. Lui mi detto di richiamare il medico reperibile e di andare subito a casa. E a mezzanotte sono rientrato".
Come si è evoluta la malattia?
"Per fortuna, già lunedì mattina stavo meglio e dopo aver preso un solo antifebbrile la temperatura era scesa. Però mi è rimasto per tutto il giorno un fortissimo mal di testa. Martedì le condizioni sono migliorate, ma alla luce dell’epidemiologia e per il fatto di essere un sanitario, sono stato sottoposto a tampone".
Quando ha fatto il test?
"Il mercoledì. Come previsto, ha dato esito positivo e allora sono stato messo in quarantena".
Ha ripetuto il tampone?
"Sì, a distanza di 7 giorni dal primo ho fatto il secondo, risultato negativo, ma non era sufficiente per essere definito guarito. Così ne ho fatto un terzo, anche questo negativo, e a questo punto la nostra medicina del lavoro mi ha autorizzato a tornare al lavoro. Sono rientrato dopo 14 giorni".
Timori durante il periodo di isolamento casalingo?
"Non per me, perché ho preso una forma blanda, ma per la mia compagna. Avevo paura di trasmetterle il virus e abbiamo osservato le regole di comportamento. Siamo stati lontani, in stanze diverse, utilizzando bagni diversi e ci siamo alternati in cucina, ripulendo ogni volta con attenzione l’ambiente e gli strumenti utilizzati. Ed è andata bene. Non ho contagiato nemmeno i miei colleghi".
E adesso che è rientrato assiste i malati colpiti da Coronavirus. Ci sono rischi che si possa infettare di nuovo?
"Sembra che sia poco probabile, anche se non c’è la certezza assoluta che il virus non si possa ripresentare. Comunque, dal mio reparto siamo passati in due a dare una mano alla Medicina d’urgenza: è una disponibilità che ho sentito di dover offrire, anche per dare il cambio ai colleghi da giorni in trincea. Del resto, assistiamo i malati con tutte le precauzioni, indossando tute, cuffie, mascherine, visiere e calzari. Certo, i rischi ci sono".
Quale consiglio darebbe a chi vive nell’ansia del contagio?
"Ecco la mia raccomandazione: restate a casa, tutelerete voi stessi e il personale sanitario. E se avete sintomi sospetti, allora contattate i servizi sanitari prima possibile per avere indicazioni".
Fonte Resto del Carlino
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