Movimento 5S fuori per decisione della base milanese
Acri. Tra un mese esatto la città silana sarà chiamata alle urne per il rinnovo del consiglio comunale. Si tratta, in verità, di elezioni anticipate di due anni, visto che la scadenza naturale della legislatura era fissata al 2015. Lo scorso anno il sindaco eletto nel 2010, Gino Trematerra, optò per il seggio europeo avendo partecipato alle elezioni del 2009. L'eurodeputato fu costretto alle dimissioni da primo cittadino e da qui, dunque, lo scioglimento dell'assise comunale ed il ritorno alle urne. Tre i candidati alla poltrona di primo cittadino; Luigi Maiorano, attuale sindaco, che guiderà la coalizione di centro destra formata da Udc, che ha presentato tre liste, suo partito di appartenenza e Pdl. Maiorano può contare in tutto su quattro liste. Giuseppe Cristofaro, sarà a capo del centro sinistra, ovvero Pd, con tre liste, Sel e Psi. Infine Nicola Tenuta, già sindaco dal 2000 al 2005, considerato da tutti l'outsider. Alle ultime politiche Tenuta è stato candidato alla Camera per Grande Sud, movimento che gravita nel centro destra, ottenendo oltre mille preferenze. Tenuta può contare su quattro liste. Alla fine sono tredici liste in tutto per duecento candidati, più o meno come tre anni fa ma con due aspiranti sindaci in meno. Rispetto all'attuale legislatura non hanno ritenuto opportuno ricandidarsi Minisci (Idv), Serra e Galasso (Udc), Paldino e Cilento (Pdl). Ha destato non poche perplessità l'assenza dalla competizione del Movimento Cinque Stelle che alle politiche conquistò il 28% dei consensi, ovvero oltre tremila voti. I referenti locali, che non sono mai usciti allo scoperto se non con anonimi comunicati, sottolinearono con enfasi l'importanza di quel risultato e annunciarono la presenza alle comunali di un proprio candidato sindaco. Nei giorni scorsi il Movimento si è incontrato più volte non trovando, però intese su un'unica figura. Le incapacità organizzative ed il non rispetto di alcune importanti regole, hanno indotto i vertici milanesi del Movimento a non dare l'assenso per la presentazione della lista tanto attesa in città. Ora sorge un interrogativo; dove confluiranno i voti che sarebbero andati ai grillini? Sono circa ventimila gli aventi diritto al voto, tre anni fa votarono in quindicimila, ovvero il 72%.