Il Palio dei ciucci non s'ha da fare. Quando era già tutto pronto, arriva la soppressione della quinta edizione che si sarebbe dovuta tenere sabato prossimo, nove agosto, a partire dalle 19 nei pressi della villa comunale. Il motivo della cancellazione dell'evento non è legato ad intoppi nella macchina organizzativa o al diniego da parte delle istituzioni locali ma alle proteste sollevate dal Partito Animalista Europeo.
Lo stesso è intervenuto per chiedere (e poi ottenere) l'annullamento della manifestazione organizzata dall'associazione locale "Acri nel cuore." La notizia si è diffusa nella mattinata di ieri ed ha creato non poco imbarazzo tra gli organizzatori, i cittadini e gli amministratori.
Ma anche tra i numerosi partecipanti che già gustavano l'appassionante gara. Otto le contrade che avevano aderito all'invito di "Acri nel cuore" e che già in passato hanno dato vita a gare emozionati e molto seguite. L'associazione "Acri nel cuore" aveva curato tutto nei minimi particolari, diffondendo comunicati stampa e inviti. A pochi giorni dall'evento, quindi, arriva lo stop imposto dagli animalisti che sono intervenuti energicamente chiedendo a gran voce la soppressione del Palio. E' stato direttamente Enrico Rizzi, capo segreteria, ad intervenire diffidando, associazione e Comune, a volere annullare l'iniziativa.
Scrive Rizzi: "il Palio non ha le autorizzazioni ed è una follia far correre gli animali in quella maniera. Ho informato anche il Prefetto, il Ministero della Salute, i Nas ed il Servizio Veterinario competente sul territorio affinchè blocchino immediatamente la corsa altrimenti siamo pronti a rivolgerci alla magistratura."
Aggiunge Rezzi: "non risulta che nè il Comune né l'associazione abbiano ricevuto alcuna autorizzazione dagli organi competenti per lo svolgimento della competizione in quanto è risultato che la stessa non sia assolutamente dotata di tutti quegli accorgimenti necessari previsti dalla legge per lo svolgimento di simili competizioni. Anche l'Asl – dice Rizzi – non ha rilasciato alcun parere favorevole e neanche la Federazione Italiana Sport Equestri pare sia a conoscenza di tale evento. Tra l'altro, aggiunge Rizzi, tale manifestazione risulta essere indice di mentalità arretrata e chiusa, frutto di insensibilità ed indifferenza, ovvero incapacità di esprimersi e di rapportarsi in termini di pietà, di mitezza e di attenzione verso il mondo animale, pratiche decisamente estranee al costume civile, suscettibili, anzi, di promuovere pericolose involuzioni, abituando l'uomo all'indifferenza per la pietà verso esseri viventi indifesi.
Secondo testimonianze raccolte, gli animali avrebbero corso sotto il sole, lungo l'asfalto e per le strade mettendo certamente a repentaglio la salute e l'integrità fisica degli animali nonché l'incolumità degli stessi fantini e degli spettatori in piena violazione delle ordinanze in materia emesse dal Ministero della Salute, concernenti la disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati."
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