L'altro pomeriggio (12 aprile 2013) approfittando del primo vero sole di questa strana primavera, armato di macchina fotografica decido di fare qualche foto (da principiante) ad uno dei monumenti acresi che fin da piccolo mi ha sempre affascinato: la Torre Civica.
Il mio tour fotografico inizia bene, dopo un giro e qualche scatto nelle famose e purtroppo dimenticate "cavarelle" di Padia giungo ai piedi della Torre, a separarmi da essa c'è solo la scalinata che percorro ammirando lo splendido paesaggio che noi acresi amiamo e disprezziamo allo stesso tempo, ma che comunque ci rende fieri di essere abitanti di questo splendido luogo. Arrivato alla "vetta" però lo spettacolo del panorama lascia spazio all'orrore che i miei occhi vedono. Un "poeta contemporaneo" usando la facciata della Torre Civica come un grosso foglio sul quale dimostrare il suo pseudo-amore verso la dolce metà ha letteralmente rovinato uno dei simboli di Acri , suscitando in mè un profondo disprezzo nei confronti del "Leopardi moderno" e provocandomi da acrese convinto una ferita nell'anima.
Quel monumento è bellissimo, è bellissimo agli occhi del bambino che sono stato ed ha per me un significato di profonda memoria storica acrese da tutelare e proteggere . Vedere su di esso una scritta stile "Baci Perugina" mi ha fatto pensare alla ricca storia acrese calpestata da un vero e proprio incivile .
Non credo che siamo assuefatti all'inciviltà e scrivo proprio per fare sentire anche la mia sconsolazione. Davanti ai diversi e molti gesti di inciviltà che lentamente colpiscono anche Acri, io mi sento come investito da un'onda incontrollabile che mi fa paura. Mi sento impotente. Cosa vorrei? Che venisse subito ripulito, e che la storia di quella Torre che domina Acri venisse fatta conoscere anche a molti ragazzi e ragazze di oggi.
L'imbrattatura dei muri, delle case, dei monumenti , costituisce non solo un gesto profondo di inciviltà e di disprezzo per gli altri, ma è anche espressione di una seria patologia cerebrale conosciuta comunemente come «ritardo mentale» o .
Altrimenti non si spiega come mai una persona debba autoaffermarsi danneggiando le cose degli altri, rovinando beni comuni così faticosamente (e costosamente) restaurati,e gravando sulle spese di Amministrazioni e/o singoli cittadini.
Questo come molti altri atti del genere sono secondo il mio modesto parere il segno di una (ahinoi) debolezza culturale di una generazione o più, che non riesce a trovare uno scopo e una direzione di marcia nella vita se non fare danni agli altri.
Probabilmente sono la prova del fallimento educativo di una parte della scuola, delle famiglie, della politica, della società intera.
Che fare allora? Una severità di risposta dalla società tutta va data, esercitando maggior controllo sulla città e i suoi monumenti, sia da parte delle forze dell'ordine sia da parte dei comuni cittadini. Poi, la denuncia immediata di questi "pittori contemporanei" .
Infine, l'obbligo al ripristino e al pagamento dei danni, coinvolgendo in questo anche le famiglie,
E dove il danno avviene senza l'individuazione di responsabili, va provveduto immediatamente al ripristino. Confido che il Comune di Acri intervenga subito a fare la propria parte.
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