Il voto sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio e quello sul piano di riequilibrio finanziario decennale hanno scatenato un putiferio all'interno del Partito Democratico, per effetto delle determinazioni assunte dalla consigliera Fabiana Fuscaldo.
Sulle conseguenze di quanto accaduto in aula è in corso uno psicodramma che si sta dispiegando sulla pagine dei giornali e su internet. E' giusto rispettarlo e attendere che la discussione approdi a una conclusione.
Sul piano politico tuttavia qualche perplessità suscita la linea del Pd sul piano di riequilibrio finanziario decennale, il cosiddetto predissesto.
Gli organismi direttivi del partito hanno optato per l'astensione e hanno chiesto ai tre consiglieri comunali di farsi portavoce, nella discussione e sul voto, di questa determinazione, alla quale si è giunti dopo un confronto interno.
Sostanzialmente è questo che hanno sostenuto il segretario di circolo e quello provinciale del Pd, all'indomani del consiglio comunale.
Ripeto, qui non voglio discutere di disciplina di partito e di questioni interne.
Quello che mi preme sottolineare è la difficoltà di comprensione della scelta di astenersi sul predissesto.
Questo non è uno strumento neutrale, che può essere fatto solo in maniera commissariale, cioè solo in un modo. Il piano è "politico ", perché è stato realizzato quello piuttosto che un altro, con voci e cifre "scelte" e non indotte dalla impossibilità di alternative.
In sostanza, il Piano è come un bilancio, con precise direttrici. Le opposizioni possono sollevare eccezioni e contestare l'impostazione, e quindi bocciarlo; oppure, partecipare attivamente alla stesura e votarlo.
Il Pd ha deciso la strada meno accidentata: non mi piace, ma, per spirito di responsabilità, mi astengo.
In realtà, se ritieni che il piano sia inadeguato, proprio per spirito di responsabilità lo devi bocciare.
Al contrario, se l'impostazione è accettabile e si ritiene che tutto sommato possa andare, allora non bisogna aver timore di votarlo.
Luigi Guglielmelli è persona troppo avveduta per pensare per davvero che l'astensione qui sia una espressione di responsabilità. Insomma, il Partito Democratico ha deciso per un colpo alla botte e uno al cerchio.
E poi, non è solo la Fuscaldo ad aver votato in maniera difforme rispetto alle indicazioni del partito. Infatti se si era deciso per l'astensione, non si comprende perché i consiglieri Pino Capalbo e Maria Mascitti al momento del voto siano usciti dall'aula, permettendo una votazione all'unanimità, senza astensioni, come indicato dal Pd.
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