Acri. All’appello lanciato dalla Confcommercio e dall’Associazione Liberi Cittadini, nata per l’occasione, hanno risposto in tanti. Negozianti, liberi professionisti, artigiani, studenti, intere famiglie e pensionati. Gran parte della città, insomma, ieri ha deciso di scendere in piazza contro il caro bollette. Che sarebbe stata un’iniziativa molto partecipata lo si era capito sin dalle prime ore del mattino quando la città era immersa in un clima surreale. Difficile assaporare un caffè, comprare un pacchetto di sigarette, fare la spesa o la benzina o acquistare un giornale. Chiusi perfino i panifici. La campagna di informazione degli organizzatori è stata incisiva attraverso volantini, spot radiotelevisivi, manifesti. I promotori gongolano. “Siamo in cinquemila, il sindaco, la giunta e la maggioranza non possono non tenerne conto.” In piazza anche Udc e Pd, minoranza in consiglio comunale. Dopo quattro anni la città torna in piazza. Nel 2011 protestò (inutilmente) contro i tagli all’ospedale. Oggi i manifestanti sono molto di più. Evidentemente i soldi valgono più della salute anche perché senza soldi non ci si può curare. Orari rispettati; Ritrovo in piazza Sprovieri alle 9 con fischietti, slogan, cartelli poi il corteo per le vie della città fino alla sede municipale. Il tutto in un clima di pacifica protesta. A gran voce si chiedono l’applicazione dell’articolo 35 del regolamento, ovvero la decurtazione dell’80% sulle bollette dei rifiuti in quanto il servizio, secondo chi protesta, è stato discontinuo, e le dimissioni del sindaco. Tenuta non c’è (impegnato, a suo dire, in una commissione alla Provincia) ed è assente anche l’assessore ai tributi Martelli. Il gravoso impegno di ricevere i manifestanti e la stampa spetta al vice sindaco nonché assessore all’ambiente, Ferraro. Che gestisce bene una non facile situazione anche quando deve incassare invettive e domande a raffica. Il sacrificato dell’amministrazione non si tira indietro, afferma che gli aumenti sono stati imposti dalla Corte dei Conti e sono necessari per salvare il Comune dal fallimento, spiega perchè non può essere applicato l’articolo 35, ammette gli errori commessi dagli uffici, promette il ribasso delle tariffe Tari per il prossimo anno, e aggiunge; “aspettiamo proposte dal Comitato.” Insomma ribatte colpo su colpo ai manifestanti che ora chiedono un consiglio comunale aperto a tutti. Accanto ai cittadini c’è anche il legale investito dai commercianti che promette battaglia ed annuncia una possibile class action. Comune da una parte, cittadini dall’altra, ognuno vuol far valere le proprie ragioni, una soluzione appare lontana e difficile da trovare ed a questo punto non è escluso che la questione finisca in tribunale.
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