Domenica prossima si celebreranno le primarie per scegliere il candidato a sindaco del Pd. In campo Giuseppe Cristofaro e Pino Capalbo.
Cristofaro martedì alle ore 18:00, ha incontrato i cittadini, in una manifestazione pubblica che si è tenuta nel palazzo Sanseverino-Falcone.
Prof. Cristofaro, cosa l'ha convinta a scendere in campo?
In questi ultimi anni la politica ha perso le grandi tensioni morali e ideali che avevano caratterizzato la storia acrese dal dopoguerra. Ho ascoltato l'indignazione soprattutto dei giovani verso gli atteggiamenti di alcuni esponenti del centrosinistra e ho messo a disposizione la mia esperienza politica e di servizio alla città di Acri.
Poi c'è stata la richiesta di tanti giovani del Pd dopo le recenti vicende congressuali, che hanno lasciato una scia di insoddisfazione.
C'è anche l'esigenza di far irrompere sulla scena giovani e donne che esprimano la novità e la voglia di cambiamento.
Cosa risponde a chi dice che lei non possa rappresentare il rinnovamento?
Rinnovamento è sì dare spazio ai giovani, che negli ultimi anni sono stati imbottigliati e chiusi, ma è soprattutto nuova politica, che abbia connotati che in una situazione diversa sarebbero di normalità, ma che oggi rappresentano la rivoluzione.
La competizione alle Primarie può rappresentare un pericolo per l'unità del partito alle prossime elezioni?
Credo di no. Intanto perché, a differenza di tre anni fa, abbiamo avuto il tempo di presentare una proposta agli elettori, poi perché finora, tranne qualche sbavatura, il confronto è stato improntato alla massima correttezza e si è mantenuto su buoni livelli di dialettica politica.
Perché avete optato per primarie di partito e non, come è avvenuto a livello nazionale, per quelle di coalizione?
Io ho chiesto ripetutamente che le consultazioni fossero allargate anche al resto del centrosinistra, ma la risposta si è limitata al silenzio.
Quali sono i punti qualificanti della sua proposta politica?
Innanzitutto una nuova democrazia. All'uomo solo al comando o al gruppo ristretto noi dobbiamo sostituire una democrazia che esalti le competenze, le professionalità e le passioni di donne, giovani e professionisti a cui bisogna chiedere di diventare i costruttori della nuova città. Per far questo occorre ridisegnare la rete della partecipazione democratica, in cui siano i cittadini a diventare protagonisti.
Il programma lo scriveremo insieme alla città, se sarò il candidato a sindaco.
C'è poi la necessità di ridurre i costi della politica, anche locale. Io sono un privilegiato, come tutti gli ex consiglieri regionali e parlamentari, percependo un vitalizio dalla Regione.
Rinuncio all'indennità di sindaco e ridurrò quella degli assessori. Fatti quattro conti, metteremmo da parte un tesoretto da spendere in attività socio – culturali, da realizzare in collaborazione con le associazioni di volontariato.
Inoltre il nuovo codice etico sarà costitutivo del mio governo. Vi sarà incompatibilità assoluta tra eletti e amministratori e incarichi professionali ai loro familiari. Su questo terreno, in passato la città ha avuto motivi di indignazione; da oggi vogliamo che ne abbia di orgoglio.
Fonte: 7-12-2012
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