Acri. Ancora una protesta, l'ennesima da parte dei lavoratori precari in servizio al comune ma pagati dalla regione. Sono oltre cento, avviati al lavoro circa dieci anni fa, che svolgono un prezioso supporto ai vari servizi comunali. Ieri hanno occupato pacificamente alcune stanze del secondo piano del palazzo municipale, quelle attigue alla sala giunta ed alla stanza del sindaco. Pacifici ma arrabbiati. Da luglio non ricevono lo stipendio. "Sono sei mesi di promesse e di attese – dice Giorgio - ma adesso, alla vigilia delle feste natalizie, la nostra pazienza è terminata. Incroceremo le braccia da oggi e fino a quando non avremo ricevuto almeno tre mensilità." Degli originari 156 lavoratori, alcuni sono in aspettativa, altri si sono addirittura licenziati, proprio perché non sono riusciti a sostenere la gravità della situazione.
"Come si può vivere o sopravvivere senza percepire uno stipendio?", afferma una donna di quasi sessanta anni che aggiunge: "molte di queste famiglie che lei vede sono mono reddito e per questo motivo si trovano in grave difficoltà." Nei mesi passati, i lavoratori hanno anche coinvolto altre istituzioni come Prefetto e Corte dei Conti. Svolgono mansioni pari ad ottanta ore mensili ed alla regione costano poco meno di 100mila euro al mese. Qualcuno parla in lacrime, qualcun altro si sfoga: "l'ultimo stipendio l'ho ricevuto a giugno, domani scade l'assicurazione dell'auto e non so come pagarla, sarò costretto a chiedere prestiti a qualche familiare ma non posso continuare in questo modo." I lavoratori, tra loro molte donne,vengono utilizzati in vari settori, dalla riqualificazione del territorio alla manutenzione di edifici ed alla pulizia di strade e aree verdi. Una corposa delegazione ha anche avuto un breve incontro con il sindaco Maiorano e con l'assessore al bilancio Vigliaturo. Entrambi hanno espresso solidarietà sottolineando il fatto che il comune è in attesa dei trasferimenti dei fondi regionali. "Che ci diano risposte concrete e che non ci prendano in giro – afferma Luigi – non è possibile rivendicare, o meglio elemosinare, un nostro diritto ogni tre o quattro mesi, possibile che la regione non riesca a mantenere gli impegni già presi?" Infine, Piero ammette: "siamo soddisfatti che regione e governo nazionale hanno trovato un accordo anche per il prossimo anno ma che senso ha tutto questo se poi non riescono a garantirci lo stipendio nemmeno dopo sei mesi?"
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