Dopo il Tribunale del Riesame, anche la Cassazione si oppone all’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Angelo Gencarelli, attualmente detenuto nel carcere di Terni. Gencarelli fu arrestato lo scorso sette luglio nell’ambito dell'operazione "Acheruntia", condotta da Vincenzo Luberto, Pierpaolo Bruni e Giovanni Bombardieri della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
In carcere finirono anche Giuseppe Perri e Gianpaolo Ferraro, di Acri e Rinaldo Gentile, di Cosenza mentre nei confronti di Salvatore Gencarelli, ora in libertà, Massimo Greco e Adolfo D’Ambrosio scattarono gli arresti domiciliari. All’alba di quel giorno, decine di auto dei carabinieri invasero la cittadina silana e la popolosa frazione di Serricella, dove Gencarelli risiede. Numerosi e pesanti i capi di accusa tra cui usura, concussione, voto di scambio, corruzione, associazione a delinquere. Ex Udc, è stato consigliere comunale di maggioranza dal 2000 al 2005, dal 2005 al 2010, come consigliere di opposizione ed infine dal 2010 al 2013, quando ricoprì anche il ruolo di presidente della commissione urbanistica.
Da sempre molto vicino a Gino e Michele Trematerra, Gencarelli è ritenuto dalla Dda di Catanzaro un elemento di spicco della cosca Lanzino-Ruà di Cosenza.
L’accusa ritiene Gencarelli, "elemento di congiunzione tra l'associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, quali la Regione e gli Enti ad essa collegati ed il Comune di Acri.” Una notizia che, all’epoca dei fatti, provocò scalpore ed incredulità nella comunità acrese.
“Un soggetto, si legge nell’ordinanza della Dda, in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli Enti e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o cartelli di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca.
Oltre a condizionare l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione e del Comune di Acri, gli arrestati avrebbero anche esercitato pressioni nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità. Le indagini avrebbero anche evidenziato una serie di estorsioni e di prestiti a tassi usurai ai danni di imprenditori e commercianti, oltre all’imposizione fatta a vari commercianti per l’installazione nei loro locali di slot-machine e videopoker forniti da una società di riferimento della cosca.”
Quanto al voto di scambio, secondo la Dda, “gli esiti dell’attività investigativa documentano in maniera evidente come Gencarelli si sia attivamente operato a favore del candidato Trematerra sostenendone la campagna elettorale del 2010 e che, successivamente alla sua elezione, Trematerra abbia assunto comportamenti di palese favore nei confronti dello stesso Gencarelli e dell’impresa La Fungaia allo stesso riconducibile.”
La Dda, aveva chiesto l'arresto anche nei confronti dell'ex assessore regionale Trematerra ma il Gip non lo aveva concesso. La Dda fece ricorso ma anche il Tribunale del Riesame si oppose agli arresti nello scorso mese di dicembre.
Una decisione per la quale la Dda ha presentato ricorso in Cassazione. Gli altri indagati sono: E. Abbruzzese, F. Abbruzzese, L. Belsito, G. Bevilacqua, G. Burlato, A. Bruno, D. Cappello, F. Caruso, A. Cello, A. Cofone, A. D’Ambrosio, C. Dolce, G. Ferraro, S. Gecarelli, R. Gentile, M. Greco, E. La Greca, L. Maiorano, G. Martorino, G. Perri, A. Rosa, G. Tarsitano.
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