Acri. Sembrano lontani, molto lontani i tempi in cui la cittadina pre silana veniva invasa da turisti e da studenti e lavoratori fuori sede. Le feste natalizie sono oramai alle spalle ed in attesa de dati ufficiali, quelli ufficiosi sono tutt'altro che positivi. C'è stato un netto calo delle presenze, lo dicono i commercianti ed i ristoratori ma anche le varie agenzie di viaggio, che, in questi casi, rappresentano un termometro più che affidabile. Il dato si dovrebbe attestare attorno al 30% e si tratta di un trend che va avanti da qualche anno e che è proteso al ribasso. Sempre più studenti e lavoratori, quindi, preferiscono restare nelle loro città di studio e di lavoro o, al massimo, ritornare solo per qualche giorno. In molti, infatti, sono giunti in città nella giornata del 24 dicembre per poi ripartire già il primo di gennaio. Una settimana, appena, dunque, il tempo di salutare gli stretti familiari e poi subito sulla via del ritorno. Dieci anni fa non era così. Già attorno al 20 dicembre carovane di studenti e operai, affollavano il centro pre silano e la loro permanenza si prolungava fino al dieci gennaio. E' chiaro che il calo delle presenze e la corta durata del soggiorno, ha inciso anche sui consumi e sulle tradizioni locali. In passato, infatti, genitori e nonni, attendevano con ansia il ritorno dei figli e dei familiari in genere, per preparare dolci e piatti tipici a base di maiale.
Oggi non è più così. La toccata e fuga dei non residenti, impone altre abitudini. I locali, quelli più noti, hanno registrato un buon afflusso di presenze sono nei giorni compresi tra Natale e Capodanno e nel 31 dicembre quando il fermento è alle stelle. Il tutto, però, si è svolto con sobrietà, discoteche e ristoranti hanno lavorato ma non come gli anni passati e locali come Panoramik, Venere, Holliwood, Jokie, Oldie Movie e Gusto, sono stati quelli più gettonati. Sessanta euro il prezzo medio del cenone e dell'ingresso in discoteca ma anche in questi casi il calo è stato dei presenti è stato vistoso.