Quella appena trascorsa, è stata una settimana intensa sul piano della comunicazione. Le e-mail dei cronisti locali sono stati inondati da lunghi comunicati, i muri della città interessati da grandi manifesti ed i locali invasi da volantini. Maggioranza ed opposizione, attuali e vecchi esponenti politici, amici ed ex amici, eletto (Tenuta) e suoi elettori (buona parte dell’Udc) se la sono data di santa ragione. Aspetti politici e vicende personali (che ai cittadini interessano poco) hanno caratterizzato comunicati e manifesti. Alla fine, però, riteniamo che non ci siano stati né vincitori né vinti ma solo la certezza che il dibattito è scaduto e degenerato mettendo in difficoltà anche i cronisti alle prese con tagli e limature di considerazioni zeppe di invettive e insulti. Il tutto mentre una grande comunità è interessata da moltissime criticità ed aspetta risposte da anni; da 30 anni è senza un piano strutturale comunale (Acri è ancora uno dei pochi comuni senza il Psc), vi sono opere incompiute (caserma carabinieri ed ascensore) ed altre che mai entreranno in funzione (teatro), c’è una viabilità comunale, provinciale e nazionale, precaria e fatiscente, c’è il problema rifiuti che potrebbe (ri)scoppiare da un momento all’altro, vi è sul territorio una massiccia presenza di amianto ed eternit, vi sono zone completamente abbandonate (parco Varrise), la città è priva di molti servizi e molti altri funzionano a metà e sono a rischio chiusura, l’ospedale ed il poliambulatorio vengono quotidianamente ridimensionati, le imprese, piccole e medie, e gli artigiani soffrono, industrie e grandi strutture (carcere, tribunale) non ve ne sono, l’economia è fragile, i precari aumentano sempre di più, al Comune diminuiscono o sono assenti i trasferimenti statali ed europei mentre aumentano ogni giorno i trasferimenti di intere famiglie al centro nord o addirittura all’estero e la città è oramai svuotata, i tributi sono al massimo, l’edilizia è ferma, le casse comunali vuote, il turismo (religioso o ambientale ) è assente, il dibattito culturale si infiamma solo in occasione di pochi eventi annuali, la libertà di stampa e di pensiero viene continuamente messa a repentaglio da continue minacce. Né vincitori né vinti, però, ma a pensarci bene in questi giorni gli unici soddisfatti sono stati le tipografie e le edicole mentre i cittadini sono stati costretti ad assistere ad uno spettacolo indecoroso. La città non ha più bisogno di slogan e di accuse reciproche ma di fatti concreti che possano rilanciare un territorio in grave difficoltà.
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