Tantissime sono le motivazioni che mi supportano nella scelta di lasciare questa Amministrazione, prima tra tutte la convinzione di essere assolutamente “inadeguato” rispetto ad un modo di “fare politica” e di amministrare che, ogni giorno di più, non comprendo e non condivido, né nel merito né per il metodo.
Alcune di queste motivazioni le ho già espresse nel mio ultimo scritto http://www.ferrarosalvatore54.com/2016/04/sulla-governabilita-di-questa-amena.html
Ho letto l’articolo di Rosanna Caravetta, Gazzetta del Sud, dove afferma che la maggioranza che sostiene il sindaco Tenuta si è ricompattata e che è tornato il sereno. E che, dopo l’abbattimento della delibera sulla fondazione MaB dai pallettoni – è proprio il caso di dirlo – del fuoco amico, io sia ritornato accucciato al mio posto.
Ho invitato il Sindaco più volte, l’ho fatto anche pubblicamente in Consiglio Comunale, perché trovi subito un mio sostituto.
Uno potrebbe obiettare, ma perché non ti dimetti? Non lo faccio, finchè posso, per “spirito di servizio” – concezione desueta del modo di vivere gli impegni presi – perché c’è un’ampia programmazione, soprattutto nel settore Cultura, in corso di svolgimento, e troncarla di netto con le dimissioni, come ha fatto l’assessore che mi ha preceduto, potrebbe creare problemi ulteriori alla nostra comunità.
Ringrazio tutti quelli che mi consigliano e mi pregano di non andar via, e fra questi tutti gli avversari di questa Amministrazione, perché è un riconoscimento sincero alla mia “devozione civica” che mi onora.
Perdonate l’immodestia, cari “avversari” politici che stimo più di tanti alleati, ma per motivi professionali ho una mente discretamente allenata ad individuare i nessi logici e causali nei rapporti, per cui mi chiedo:
Perchè Voi che criticate il sindaco Tenuta e ne invocate e auspicate la caduta ogni giorno, mi consigliate di restare al mio posto perché se vado via io “l’Amministrazione muore”? Ecco, non riesco ad individuare il nesso logico. Giro a Voi la domanda.
Io non mi pento di aver lavorato per tre anni senza risparmiarmi, con passione, con tenacia, ma sempre con umiltà e correttezza, nell’interesse esclusivo della nostra comunità, spinto dall’attaccamento alla mia terra e dal desiderio di vederla migliore, interpretando il ruolo di assessore come puro e sano volontariato. Non me ne pento perché qualche utile risultato per la nostra collettività l’ho ottenuto.
Anche se, per aver difeso Sindaco e Amministrazione, con decine di comunicati, mi sono tirato addosso le reazioni rancorose, le calunnie e le querele di persone toccate nei propri opachi interessi personali.
In ogni caso ciò che ho fatto, e ciò che ancora avrei potuto realizzare, lo affido al giudizio altrui.
Purtroppo ormai la casa comunale è diventata il luogo della confusione, se non proprio del capovolgimento dei ruoli. Con un sindaco che abdica alle proprie prerogative, e i Consiglieri di maggioranza e i Responsabili di Settore ed il Segretario Generale, che decidono le sorti di questa Amministrazione.
L’ho detto in Consiglio, ho portato esempi.
Io non ci sto ad essere sanzionato dall’ANAC , insieme al resto della Giunta, perché il Segretario ha omesso di svolgere un atto di sua competenza.
Siamo giunti al paradosso nell’applicazione della Bassanini.
Sindaco e giunta non possono ingerire nella gestione. Il segretario non adempie ad un atto di gestione quale l’aggiornamento del piano anticorruzione. Sindaco e giunta vengono sanzionati perché dovevano ingerire nell’atto di gestione, imponendo al segretario di svolgere il suo esclusivo compito di gestione!
L’Avv. Pino Capalbo invece ritiene che Sindaco e Giunta siano anche loro sanzionabili per “responsabilità oggettiva cioè posizionale”, rifacendosi alla stessa motivazione dell’ANAC che ha respinto le controdeduzioni del Segretario e di segretari di tanti Comuni che hanno subito lo stesso trattamento. Ma il ricorso del sottoscritto e di un altro collega ex assessore, pure lui sanzionato, è rivolto al giudice monocratico, e a tutt'oggi non è stata ancora emessa alcuna sentenza in merito.
In ogni caso ricorrerò finanche in Cassazione per vedermi riconosciuta la cancellazione di questa sanzione di cui non sono responsabile e che non può essere il ringraziamento per tutto il lavoro da me svolto in tre anni.
Fermo restante che rinnovo al Segretario l’invito di affermare pubblicamente quanto aveva detto al Sindaco e agli assessori in carica e dimessisi, e cioè che si sarebbe fatto carico di tutta la responsabilità della omissione. Poi potrei anche contribuire finanziariamente alla sanzione che solo lui dovrebbe pagare.
L’elenco delle occasioni mancate e dei fallimenti centrati di questa Amministrazione dovuti all’arretramento del Sindaco che lascia spazio alle decisioni autonome dei Responsabili di Settore, è davvero lungo.
La sequela dei passaggi, con i Responsabili (non tutti), è identica alla vicenda del MaB che i consiglieri di maggioranza hanno affossato.
Tu lavori, proponi, investi risorse ed energie, segui un percorso complesso per realizzare un progetto utilissimo per la collettività... quando stai per concludere qualcuno, per capriccio personale o per incapacità o ignoranza di leggi e regolamenti, manda tutto all’aria. Quanto paghiamo per quel sistema perverso di assunzioni che la partitocrazia ha stabilito, in qualunque ente pubblico, e che non è basato sulle competenze e sul merito!?
Ripeto l’esempio citato in Consiglio.
Problema randagismo. Parliamo del Responsabile più preparato e capace (figuriamoci gli altri!).
Dopo un Regolamento sulla tutela degli animali e la prevenzione del randagismo approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale, dopo 4 raduni cinofili con 120 cani di proprietà microcippati, dopo aver pagato tutti i debiti pregressi alla Ditta Cinosport, dopo la cattura di 50 cani randagi, a giugno 2014 eravamo arrivati quasi alla soluzione del fenomeno.
Nello stesso mese la Giunta Comunale deliberava l’approvazione della convenzione con la ditta Cinosport per il mantenimento dei cani, ad un prezzo vantaggioso per il Comune, bloccato per 5 anni. Il giorno dopo il Responsabile del Settore avrebbe dovuto invitare di corsa il rappresentante legale della Ditta e firmare il contratto. Invece dopo un anno la delibera giaceva in un cassetto. Chissà se sarò sanzionato perché ho ricordato al Responsabile solo 4 volte e non 5 di firmare il contratto?!? E l’Avv. Capalbo, candidato a futuro – chissà quanto prossimo - sindaco mi rimprovererà anche in questo caso la “responsabilità oggettiva cioè posizionale”? (Che poi, detto fra noi, caro avvocato, una volta non la rimproveravi al buon Sindaco Coschignano quando per irresponsabilità dei funzionari, subiva anche lui sanzioni immeritate).
Dopo un anno di fermo, la Cinosport non era più disposta a firmare a quel prezzo il contratto ed è iniziata una disputa, sui cui particolari è meglio tacere, fra la Ditta e il Responsabile che qualche mese fa ha bandito una gara, sicura che ci avrebbe fatto risparmiare parecchio rispetto alle pretese della Ditta pluricitata. Risultato. La gara è andata deserta. E l’emergenza randagismo è tornata ai livelli del 2013.
Non me ne vorrà l’apparentemente sempre meno stimata Responsabile, ma sa che non ho peli sulla lingua, anche se in questi ultimi anni me ne sono cresciuti molti (in autotutela) sulla parete dello stomaco.
E di cosa dobbiamo parlare ancora. Dell’ordinanza sull’amianto che ho passato all’Ufficio 2 anni fa e che non se ne sa nulla? O dell’appalto della rete fognaria e depuratori? O di tutto un cronoprogramma che nemmeno in maggioranza se ne parla più, visto come sono ferme con le quattro frecce opere come il Teatro, l’Ascensore, la Videosorveglianza, Caffè letterario, ecc. ecc.?
Un fatto per me è acclarato: Non voglio più continuare a portare croci che non mi appartengono.
Se proprio devo continuare ad investire una parte del mio tempo per la città dove sono costretto a vivere e lavorare, voglio farlo immaginando una vicenda nuova, in cui il protagonismo vero di gente laboriosa sia al centro di tutto. Gente distante dalle zuffe da pollaio in cui si dibattono tutti quelli che vogliono restare impigliati in quei reticoli sociali e politici che tanto magistralmente ha descritto 40 anni fa Fortunata Piselli nel suo libro dedicato alla nostra comunità. Meccanismi arrugginiti, circuiti ingrippati che si perpetuano di generazione in generazione e che non appartengono nè a me nè a tanti che come me vorrebbero solo "provare" a fare politica per la crescita del territorio, mettendo a disposizione le loro competenze, le loro conoscenze, la loro intelligenza, la loro passione e la loro onestà.
(*) Un latino non molto corretto, ma che vorrebbe significare “Vedo l’ignoranza diffusa e ho fiducia” o “Vedo l’ignoranza diffusa e ne approfitto”.
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