Non avendo la presunzione di disporre di voti oltre al mio ed anche per il rispetto che nutro nei confronti di quell'elettorato
che in piena libertà ci ha assegnato un ruolo in seno al consiglio comunale, non mi sento di dare alcuna indicazione di voto.
Una considerazione, tuttavia, sento il dovere di farla, non tanto per evidenziare che a fronte del 49,30% di voti attribuiti ad uno dei candidati a sindaco vi è il 50,70% di elettori che ha espresso una diversa e contrapposta volontà, dato numerico questo incontrovertibile, ma per esprimere la preoccupazione, che non è solo mia, per le profonde contraddizioni e crepe che stanno emergendo in quel coacervo di candidati - che ha distorto gli equilibri della campagna elettorale contaminandola di promesse e compromessi se non addirittura di mercimonio elettoralmente redditizio ma eticamente censurabile - accomunato dal solo obiettivo di raccogliere quanti più consensi possibili.
Nemmeno è solo mia, poi, l'ulteriore preoccupazione che il Municipio di Acri possa diventare feudo di quegli apparati politici che, dissipando le ingenti risorse economiche che l'Europa ci aveva assegnato per farci uscire dal tunnel dell'isolamento, hanno dimostrato nel tempo di non avere a cuore le sorti nostre e del nostro territorio.
Il riferimento alla Sibari-Sila e alla SS 660, su cui puntualmente si sono consumate, alle spalle degli acresi, ormai consolidate speculazioni elettorali di cui quella del bitume ne è stata l'espressione più ingannevole, è più che mai opportuno e attuale.
Ora, senza il condizionamento dei candidati consiglieri, gli elettori sono finalmente liberi di scegliere il loro sindaco e sono certo che lo faranno nell'interesse esclusivo della città e delle generazioni future.
A me non resta che ringraziare i candidati delle mie liste e, soprattutto, quegli elettori che, investendoci di una responsabilità istituzionale che porteremo avanti nel solo interesse della città, nella tornata del ballottaggio torneranno nella cabina elettorale per esprimere il loro voto in piena libertà. L'invito è, dunque, quello di tornare a votare e di farlo con consapevolezza.
Maurizio Feraudo