In questi giorni si sta discutendo tanto di sanità e delle sorti del nostro ospedale. A chi non è esperto della materia sanitaria e delle leggi che la regolano, riesce difficile seguire e capire cosa sta succedendo sia pubblicamente sia nelle segrete stanze regionali, soprattutto quando gli interlocutori e i comunicati che si susseguono sembrano seguire la logica del “cambiare idea a seconda di come cambia il vento”.
Andiamo in ordine. Viene chiesto un consiglio comunale aperto per discutere dell’ospedale a pochi giorni dall’approvazione di una delibera che sancisce il collegamento di Acri, ospedale di zona disagiata, con lo Spoke Rossano-Corigliano. In consiglio l’intera maggioranza, insieme al consigliere Mario Bonacci ed Emilio Turano, approva un atto che ribadisce la bontà dell’atto aziendale e del decreto 64/2016, accettando il collegamento con Rossano.
A distanza di circa 10 giorni dal consiglio si svolge, davanti all’ospedale ed in modo pacifico, una manifestazione promossa da cittadini liberi e di cui ci siamo fatti portavoce tutti noi consiglieri di minoranza; manifestazione a cui sindaco e maggioranza non hanno partecipato seppure invitati; inviati solo attraverso i social, sì è vero, perché ormai i social sono diventati un mezzo di informazione e di diffusione di cui ogni politico e amministratore dovrebbe tener conto, ascoltando però tutte le voci e non solo quelle di pochi.
Subito dopo la manifestazione si costituisce un Comitato, anch’esso libero da condizionamenti politici, perché composto da cittadini e aperto a tutti a prescindere dall’appartenenza politica, che non si contrappone all’amministrazione, con la quale dovrà anzi dialogare e avere un confronto scevro da qualsivoglia strumentalizzazione.
A seguito di tutto ciò, in una conferenza stampa, viene annunciata la possibilità di fare una convenzione tra l’ospedale di Acri e Cosenza, scelta che però sarà sottoposta preventivamente al vaglio dei cittadini.
Spesso in questi mesi siamo stati accusati dalla maggioranza, di essere ancora in campagna elettorale. La campagna elettorale è terminata giorno 26 giugno all’una di notte, mentre non è terminato l’impegno per la città, non è finita la voglia di continuare a lavorare, e non solo per la presenza in consiglio, ma soprattutto perché viviamo in questo paese e vorremmo continuare a farlo insieme alle nostre famiglie e agli acresi tutti. Forse però la campagna elettorale non è terminata per la maggioranza, perché si cerca il consenso ad ogni costo e si cambia vento per conquistare un consenso che invece, ahimè, a distanza di pochi mesi sembra essere già messo a dura prova.
Vorremmo infatti capire che cosa significa fare una convenzione con Cosenza, convenzione per fare cosa? Da profani sappiamo che si fa una convenzione tra enti per sopperire a carenze, a particolari situazioni, per potenziare un qualcosa, un servizio ad es.; una convenzione è dunque un qualcosa di provvisorio, limitato nel tempo, soggetto a revisione e che risolve un problema in modo temporaneo. Allora questo significa che la convenzione che viene annunciata non va a risolvere il problema del nostro ospedale, che rimane pur sempre Ospedale di zona disagiata fortemente penalizzato. Se il Presidente Oliverio e tutti i consiglieri regionali che sono venuti a fare la passerella ad Acri durante la campagna elettorale, vogliono dare risposte ai cittadini acresi, che ad ogni elezione rispondono a questi signori con una valanga di voti, invece di parlare di convenzione dovrebbero convocare il consiglio regionale e modificare la legge regionale che regola la sanità.
Loro che sicuramente sono più bravi di chi ha amministrato in passato, devono dimostrarlo con atti e con leggi scritte. Attualmente di scritto c’è il decreto 64 del 2016, c’è un atto aziendale e c’è una delibera che attua il collegamento del nostro ospedale di zona disagiata con Rossano; se veramente si vuole il collegamento con Cosenza che sia fatto! Perché se è vero che si è profani della materia, è anche vero che non ci vuole molto a capire che per avere un vero collegamento con Cosenza, Acri deve uscire dall’azienda sanitaria ed entrare nell’azienda ospedaliera di Cosenza e questo si può fare solo modificando la legge regionale.
Inoltre come cittadini, oltre che come consiglieri, vorremmo che il sindaco chiarisse quale è la posizione sua e della sua maggioranza in merito a tutto questo. Accettare l’atto aziendale così come ribadito in consiglio o modificarlo? La nostra posizione è chiara, ed è stata espressa anche nell’assemblea di costituzione del comitato. Comitato che, nato con uno scopo nobile, ha motivo di esistere se lavorerà nella direzione di migliorare la situazione attuale e di pretendere di più, pretendere reparti con primari e soprattutto più servizi e maggiore autonomia.
Dei Consiglieri Vigliaturo, Abbruzzese, Palumbo – Caolizione dei Moderati
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