Nelle scorse settimane i consiglieri di minoranza in consiglio comunale si erano rivolti al Prefetto per segnalare la mancata convocazione dell’assemblea, nonostante la loro richiesta ufficiale datata 28 settembre scorso.
Ieri è arrivata la risposta della viceprefetto Francesca Pezone, che sostanzialmente bacchetta il presidente delle assise, Mario Fusaro. La Pezone osserva che l’articolo 39, comma 2, del decreto legislativo n. 267/2000 prescrive che il presidente del consiglio comunale è tenuto a riunire il consiglio, in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri o il sindaco, inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste”. La giurisprudenza prevalente in materia ha “da tempo affermato che, in caso di richiesta di convocazione del consiglio da parte di un quinto dei consiglieri, “al presidente del consiglio comunale spetta soltanto la verifica formale che la richiesta provenga dal prescritto numero di soggetti legittimati, mentre non può sindacarne l’oggetto, poiché spetta allo stesso consiglio nella sua totalità la verifica circa la legalità della convocazione e l’ammissibilità delle questioni da trattare, salvo che non si tratti di oggetto che, in quanto illecito, impossibile o per legge manifestamente estraneo alle competenze dell’assemblea, in nessun caso potrebbe essere posto all’ordine del giorno”.
La norma e la giurisprudenza, tuttavia, “configurano la possibilità per il presidente del consiglio comunale di procedere alla convocazione dell’organo assembleare, per la trattazione da parte del consiglio delle questioni richieste, senza alcun riferimento alla necessaria adozione di determinazioni, da parte del consiglio stesso”. I consiglieri di opposizione avevano richiesto la convocazione dell’assemblea per discutere di trasporto scolastico e sicurezza degli edifici scolastici.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 31-10-2017 Piero Cirino