Dispiace dover constatare come l’amministrazione Capalbo appena riconfermata abbia perso una buona occasione per dimostrare, non solo a parole ma anche nei fatti, un cambio di passo rispetto ai precedenti 5 anni, pur nella consapevolezza che i problemi derivanti da una condotta idrica comunale vetusta e malandata non possono di certo essere imputati esclusivamente a questa compagine amministrativa.
L’esperienza maturata nella passata consiliatura avrebbe dovuto ispirare una maggiore competenza e chiarezza nella gestione e risoluzione di un problema tanto grave quanto delicato come quello dell’approvvigionamento dell’acqua potabile, con inevitabili ricadute sul piano della sicurezza e della salubrità pubblica. Di questo in effetti stiamo parlando.
Se alla carenza idrica stagionale, ormai ciclica, si aggiunge anche la rogna della non potabilità e non fruibilità dell’acqua che sgorga dai nostri rubinetti allora il problema è davvero serio, perciò, urge trovare soluzioni tempestive, rassicurando la cittadinanza e soprattutto cercando di garantire i servizi essenziali, anche con soluzioni tampone nel medio tempore.
Queste devono essere le priorità di un buon amministratore, di colui che ha ricevuto l’onore e l’onere di rappresentare una comunità, soprattutto quando si tratta di questioni connesse alla salute ed alla incolumità pubblica !
Se da un lato è vero che il Sindaco, a seguito delle osservazioni sul tema sollevate dal sottoscritto giovedì scorso (15 settembre), si sia sentito in dovere di pubblicare la relazione del Responsabile di settore datata 16 settembre (l’Ordinanza Sindacale n. 1864 che ha imposto il divieto di utilizzare l’acqua potabile in molti quartieri di Acri centro e per l’intera zona di Là Mucone è invece del 13 settembre u.s.), dall’altro nulla ha chiarito rispetto alle questioni sottese alla delicata problematica.
Il divieto di utilizzo dell’acqua che riguarda solo l’uso a scopo alimentare, come precisato per determinati serbatoi e, quindi, località da questi serviti, può con certezza escludere problematiche nell’uso igienico-sanitario in generale ?
Fino a quando alle zone ed ai quartieri interessati dal divieto sarà inibito l’uso dell’acqua potabile ? Sono state nel frattempo pensate soluzioni tampone per sopperire agli ovvi disagi della popolazione (del tipo: trasporto e consegna gratuita con autobotti comunali di acqua potabile presso le abitazioni dei quartieri colpiti dal divieto) ?
Ecco, queste sono le risposte di cui i cittadini hanno bisogno, le rassicurazioni che avrebbero dovuto ricevere nell’immediatezza dell’adozione del provvedimento che gli ha di fatto vietato l’uso dell’acqua che sgorga dai rubinetti delle loro case, delle loro attività, probabilmente anche dell’ospedale cittadino (ubicato nel quartiere Viola), per la quale ogni anno sono chiamati a pagare un canone idrico per un servizio che a tanti viene già negato nelle stagioni più calde (e non solo).
D'altronde i nostri amministratori sono consapevoli delle difficoltà quotidiane che possono derivare dalla impossibilità di utilizzare l’acqua potabile, specialmente per quelle tante famiglie di soli anziani, impossibilitati ad approvvigionarsi autonomamente di questo bene primario, così come per quelle con bambini o con persone diversamente abili. Anche le tante attività commerciali (ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti, etc.) possono subire gravi pregiudizi economici da tale disservizio, sino al punto dal rischiare di doversi fermare; paradossalmente ne potrebbero subire gli effetti pregiudizievoli anche quelle che non rientrano direttamente nei quartieri colpiti dal provvedimento di divieto (nel dubbio di sapere da quale serbatoio certe attività vengono rifornite, i cittadini potrebbero per esempio decidere di andare a fare lo sciampo da un parrucchiere o, piuttosto, a mangiare una pizza fuori Acri).
Non meno importante risulta l’altro interrogativo (anch’esso rimasto inevaso) posto dal sottoscritto nel comunicato di giovedì scorso, se non altro per comprendere le reali cause e la portata della contaminazione della sorgente idrica: è stata accertata la causa della contaminazione di origine fecale ? Il campione o i campioni risultati contaminati sono stati prelevati dalla vasca di raccolta all’interno della galleria denominata V finestra (circostanza che risulterebbe più preoccupante considerata la posizione in cui è ubicata ed i limiti all’accesso ivi presenti per persone ed animali) oppure dal pozzetto antistante l’ingresso alla galleria di ispezione? Detto pozzetto di ispezione, considerata la breve distanza che lo divide dalla vasca di raccolta all’interno della galleria, viene regolarmente controllato, manutentato ed opportunamente custodito ?
Egr. sig. Sindaco, dalla relazione del Responsabile del Settore del servizio idrico datata 16 settembre u.s. (successiva alla sua ordinanza del 13 settembre, con la quale ha disposto il divieto di utilizzare l’acqua potabile per determinate aree) si evince semplicemente che la comunità da lei rappresentata sta vivendo un grave problema, non ancora risolto, per superare il quale siamo in attesa di ricevere l’esito di nuove analisi chimiche (di cui non è dato sapere se sono state già eseguite e portate in laboratorio).
Siccome lei è stato rieletto per amministrare la nostra città, le sue funzioni non possono ridursi alla sola comunicazione dell’esistenza di un problema di salute pubblica ed alla conseguente adozione di un provvedimento che eviti conseguenze peggiori, ma comportano una maggiore chiarezza nella comunicazione e, soprattutto, una celere risoluzione del problema, anche avvalendosi di misure temporanee ad hoc che impediscano il protrarsi e l’aggravarsi di situazioni pregiudizievoli per i suoi concittadini (molti dei quali si sono a me rivolti per sollecitare agli uffici competenti una rapida soluzione).
È per tali motivi che quand’anche oggi dovesse comunicare che la criticità è stata superata, ipotesi abbastanza remota, Lei ha comunque perso una buona occasione per dimostrare quel cambio di passo tanto sbandierato nella passata campagna elettorale. La invito comunque a porre in essere nell’immediato ogni misura necessaria ed idonea a contenere le situazioni di grave disagio che stanno vivendo i cittadini acresi.
Il Cons. Comunale di Alternativa per Acri Angelo G. Cofone
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