Dopo un calvario durato ben 7 anni l’architetto De Bartolo Francesco è stato assolto con formula piena dal Tribunale Penale di Cosenza.
Venerdì u.s. si è tenuta l’udienza conclusiva al termine della quale, dopo una lunga discussione dei difensori del noto professionista acrese, avv.ti P. Molinari ed A. G. Cofone, la d.ssa S. Antico ha pronunciato sentenza di assoluzione piena perché “il fatto non sussiste”!
Il procedimento era scaturito da una serie di querele che C. L. aveva sporto nei confronti dell’architetto nel corso dell’anno 2014 e che, in parte, coinvolgevano anche alcuni stretti familiari ed amici di quest’ultimo. Al De Bartolo in pratica venivano contestate tutta una serie di condotte riconducibili al reato di stalking perpetrate, a dire del denunciante, nei suoi confronti. Pedinamenti, inseguimenti, danneggiamenti, minacce reiterate, addirittura anche un episodio di estorsione riferiti dal C. L. ai Carabinieri di Acri che nella sostanza, nel corso dell’istruttoria dibattimentale, durante la quale sono stati ascoltati innumerevoli testimoni, non hanno trovato alcun riscontro, nemmeno attraverso le deposizioni dei testi indicati dal querelante costituitosi parte civile.
Racconti per lo più inverosimili e non veritieri frutto di un livore ed un odio incomprensibili del C. L. nei confronti del noto professionista il quale a tutt’oggi non sa darsi una spiegazione a quanto accadutogli !
Il Tribunale, a fronte di quanto emerso dalla fase istruttoria e delle evidenze documentali dalle quali, di contro, emergeva in maniera incontestabile che era stato il denunciante a molestare il De Bartolo con più chiamate telefoniche anonime, diffamatorie ed ingiuriose, alla fine non ha potuto far altro che assolvere l’imputato con formula piena.
Come si suol dire ‘giustizia è fatta’, tuttavia al noto professionista, comprensibilmente soddisfatto dell’esito del processo, resta il grosso rammarico di essersi visto costretto a convivere per sette lunghi anni con l’ansia e l’angoscia dell’esito di un procedimento penale che lo vedeva suo malgrado protagonista in negativo. Periodo durante il quale per tali fatti è stato sottoposto anche ad attenzione mediatica locale, con tutte le inevitabili ripercussioni sotto il profilo della propria immagine professionale ed umana agli occhi della intera comunità ma soprattutto della sua unica figlia Chiara.
Nessuna sentenza assolutoria, nemmeno la più ampia, potrà mai ripagarlo di tutte le intime sofferenze subite nel corso di questi anni, durante i quali agli occhi di tanti concittadini era apparso come colui che per questioni di gelosia per una donna - questo asseriva il denunciante - non avrebbe esitato a minacciare e vessare il presunto ‘antagonista’ che proprio sotto tale veste aveva trovato credibilità nelle forze dell’ordine denunciandolo ma che, alla fine dei fatti, si è rivelato il vero, subdolo carnefice.
Assoluzione con formula piena anche per il fratello dell’architetto, coimputato nel medesimo procedimento per il reato di minaccia nei confronti del querelante, accusa ovviamente rivelatasi infondata.
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