Da ieri sera il poeta, scrittore e paesologo Franco Arminio è un cittadino onorario di Acri. Il riconoscimento gliel’ha conferito il consiglio comunale, convocato subito dopo la presentazione del suo ultimo libro “L’infinito senza farci caso”.
Questo l’ha fatto davanti a un pubblico talmente numeroso da dover indurre gli organizzatori a un cambio di location. Il libro è stato presentato nella più capiente sala delle Colonna, e non nel Caffè Letterario, come si era pensato di fare in un primo momento.
La seduta di consiglio è durata poco più di un’ora e a spiegare le ragioni di questa nuova cittadinanza onoraria, a distanza di due anni dall’ultima conferita allo scrittore Joseph Luzzi, è stato l’assessore Mario Bonacci.
“Arminio – ha spiegato Bonacci – ha posto da sempre al centro del suo lavoro quella che lui stesso ha definito “l’Italia profonda”: l’Italia d’entroterra, delle aree appenniniche e collinari, ai margini del turismo, dell’industria, del commercio. Un’area che rappresenta circa tre quinti del Paese, raccoglie poco meno di un quarto della sua popolazione ed è caratterizzata da un’incredibile diversificazione: naturale, agroalimentare, antropologica, culturale”.
Nella visione dell’intellettuale irpino, “le cosiddette “aree fragili” si trovano all’improvviso avvantaggiate, perché possono più facilmente tornare a essere spazi in cui coltivare la poesia e la creatività, una rete di relazioni di comunità, un rapporto sano con il paesaggio; possono cioè diventare culla di quello che Arminio ha definito un nuovo “umanesimo delle montagne”.
E’ seguita poi la discussione, con una serie di interventi dei consiglieri comunali, conclusa dal sindaco Pino Capalbo. E’ stato quindi quest’ultimo a pronunciare la formula di rito e a completare la cerimonia.
Infine, l’intervento di Franco Arminio, in cui si è detto onorato di questo riconoscimento, “che considero meritato non per quello che ho fatto, ma per quello che farò”. Inoltre, “questo, tra quelli che ho finora è ricevuto è il premio più grande”.
In riferimento al suo impegno “paesologico”, “la più grande infrastruttura da costruire è la fiducia”. Infine, recitando una sua nuova poesia dedicata alla nostra regione, “La Calabria” è un altare.