Acri. Sarà un mese di maggio caldo ed intenso, per l’amministrazione Tenuta. Molti i nodi da sciogliere e le questioni a definire, tanto che in questi giorni si stanno infittendo le riunioni tra sindaco, assessori e consiglieri. Si cerca di trovare una sintesi e la quadratura di una maggioranza che non sembra più essere compatta. Il voto di astensione di Viteritti e Cavallotti, sul consuntivo del 2014, è un avvertimento di cui il sindaco Tenuta deve tenerne conto, soprattutto in vista del bilancio di previsione che approderà in aula entro la fine del mese. Due le questioni principali. La prima; Tenuta cederà alle richieste dei due consiglieri o rischierà di vedersi approvato il bilancio con numeri risicati? I due dissidenti chiedono da tempo un rimpasto di giunta per il rilancio dell’attività amministrativa attraverso la sostituzione di un paio di assessori. Anche nell’ultimo consiglio i due consiglieri non hanno avuto parole tenere nei confronti di Martelli, assessore agli affari legali e personale, e Capalbo, assessore alla cultura e pubblica istruzione. Ma rischia anche Coschignano, assessore allo sport, turismo e spettacolo. Sembrano intoccabili, invece, Ferraro e Gencarelli, assessori rispettivamente all’ambiente e lavori pubblici, e sanità e servizi sociali. Se il sindaco Tenuta non dovesse cedere allora dimostrerebbe coraggio e determinazione ma provocherebbe una rottura, forse insanabile, all’interno della maggioranza. Seconda questione; chi sarà il successore di Fabbricatore? Nell’ultima seduta del consiglio comunale, otto consiglieri, cinque di minoranza e tre di maggioranza (Pettinato, Cavallotti e Viteritti), hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente dell’assise. Essa dovrà essere discussa in un apposito civico consesso che si terrà entro il venti maggio. E’ probabile che il consiglio comunale sia chiamato ad eleggere, dopo due anni esatti, un nuovo presidente. Se non ci saranno ripensamenti dell’ultim’ora, infatti, la mozione di sfiducia dovrebbe essere votata non solo dai firmatari ma anche dal consigliere dell’Udc, Vigliaturo, assente nell’ultima seduta, sicchè i favorevoli alla sua rimozione sarebbero nove, numero sufficiente per la sfiducia. Fabbricatore, che al momento, sebbene i numeri corposi, non intende dimettersi, è accusato di troppa faziosità e di non tutelare le minoranza, Udc e Pd. La corsa alla sua successione è partita ed al momento è difficile fare previsioni in quanto tutti i dieci i consiglieri di maggioranza sono in ballo. Questioni spinose che rischiano di rallentare la già lenta attività amministrativa, soprattutto in alcuni settori.
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