Acri. "Nei prossimi mesi sarò più commissario che sindaco." L'affermazione del primo cittadino Tenuta non si lascia andare a molte interpretazioni. Tenuta l'ha detta nel corso dell'ultimo consiglio comunale, quello in cui è stato approvato il Piano di rientro finanziario. In sostanza Tenuta, alla guida della città da poco più di un anno, è stato chiaro e preciso per fugare dubbi e perplessità ma soprattutto per dire alla città come stanno realmente le cose.
"La situazione economica dell'Ente – ha detto tra l'altro – ci costringe ad effettuare molti sacrifici ma soprattutto a ridimensionare il programma elettorale. Il Piano sarà articolato in otto anni e prevede tagli e risparmi a cui non possiamo sottrarci se vogliamo risanare l'Ente." Tenuta, quindi, è stato molto chiaro; gli acresi sono attesi da anni difficili in cui sarà impossibile pensare alla crescita se non intercettando i fondi europei. "Il problema, seppure molto grave, è stato sottovalutato o affrontato con superficialità", ha detto ancora Tenuta "e dispiace che la mia amministrazione ne faccia le spese. Punteremo sulla riscossione dei tributi, sulle nuove entrate riguardo Iuc e Tasi, sulla rivisitazione degli estimi catastali, sulla vendita di immobili che non servono e sulla vendita di boschi."
Il Piano, redatto grazie anche alla collaborazione gratuita di alcuni docenti dell'Unical, prevede il totale risanamento dell'Ente in otto anni ma una boccata di ossigeno potrebbe arrivare dal cosiddetto Fondo di rotazione statale per assicurare la stabilità degli enti locali. Esso prevede, per i Comuni in difficoltà, fondi da un minimo di 100,00 euro ad abitante ad un massimo di 300,00 euro. L'amministrazione Tenuta si è già attivata richiedendo il minimo sicchè il Comune, da qui a breve, potrebbe ottenere poco meno di tre milioni.
Quello che più preoccupa è il disavanzo di amministrazione che è pari a dodici milioni, di cui otto di debiti di fuori bilancio e quattro di tributi non più esigibili. A ciò bisogna aggiungere altri otto milioni per debiti contratti con imprese, fornitori e professionisti. Insomma un quadro non certo sereno e rassicurante che penalizza l'intera città ma anche l'amministrazione Tenuta che non aveva certo immaginato di governare l'ordinario e fare a meno di progetti ambiziosi. Il Piano, infine, ha avuto anche una valenza politica di non poco conto visto che non è stato votato né dal Pd né da un consigliere di maggioranza.
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