Massimo Conocchia è un cardiochirurgo nonché affermato docente, che lavora e vive a Novara ma è calabrese. E il "ma" in questo caso non è usato in maniera negativa così come spesso capita quando si parla di origini meridionali: l'autore, infatti, rivendica in ogni pagina del suo piccolo ma prezioso libro il suo senso di appartenenza e la sua voglia di "tornare".
La Calabria, allora, diventa una "bussola", un riferimento fisso e necessario in un quasimodiano "contrappunto di dolcezze e di furori". Nel suo libro pubblicato di recente, "Voglia di emergere. Dalla Calabria al nord e ritorno" (Rubbettino Editore), tanti spunti interessanti sia sotto il profilo personale che letterario, sociale e politico nel senso più ampio del termine. Il libro è un racconto della sua vita ma quel racconto è il racconto della vita di tanti calabresi e di tanti meridionali di successo emigrati in Italia e all'estero in questo secolo e mezzo (più o meno dal 1860). C'è tutto in queste pagine in uno stile carico di poesia e di ironia: ci sono i ricordi personali e spesso generazionali (quelle "maglie della mamma" o quei "supersantos" delle nostre carriere calcistiche "stradali"), c'è la consapevolezza storica con quegli efficaci passaggi sulla questione meridionale, c'è la denuncia del divario Nord/Sud ed in particolare nel mondo della sanità, il mondo dell'autore ma anche un parametro importante e quanto mai attuale, ci sono i valori familiari e tradizionali della nostra gente, l'amore per una professione difficilissima e affascinante, c'è una piccola ma significativa storia della nostra emigrazione, ci sono le illusioni e le immediate disillusioni della politica con le conseguenti scelte di impegno sociale senz'altro più proficue e gratificanti e, tra queste, la stessa scelta di scrivere questo libro che regala radici e speranze ai meridionali, ai tanti meridionali che di quelle radici e di quelle speranze hanno sempre più bisogno. "Da Sud a Nord e ritorno", allora: una testimonianza importante e quanto mai utile di questi tempi.