Acri. Non è un momento favorevole per l’amministrazione Tenuta alle prese con dimissioni, malumori, sfiducie e bilanci da approvare. Sarà un maggio intenso e caldo per il sindaco a capo di liste civiche dal giugno 2013. Dopo appena due anni, quindi, la sua maggioranza si ritrova in piena crisi ed ora spetta proprio al primo cittadino, che non è certo uno sprovveduto, a ricompattarla. Non sarà un lavoro semplice e breve. Nelle ultime settimane la situazione è precipitata. Il bilancio consuntivo è stato approvato solo da nove consiglieri su undici della maggioranza con le astensioni di Viteritti e Cavallotti, critici nei confronti di alcuni membri della giunta. Poi sono stati colpiti alcuni uomini di sua fiducia; dapprima la mozione di sfiducia al presidente del consiglio, Fabbricatore, poi le dimissioni dell’assessore alla cultura e pubblica istruzione, Capalbo ed, infine, i continui attacchi all’assessore Martelli che ha le deleghe al personale ed affari legali. Tenuta, tuttavia, resiste e non ha nessuna intenzione di gettare la spugna. Anzi, entro la fine del mese farà di tutto per andare incontro alle richieste di alcuni consiglieri e di ritrovare la quadratura della maggioranza. Lo stesso Tenuta, però, non pensava di trovarsi in questa delicata situazione dopo appena due anni. Per fine mese è previsto l’approvazione del bilancio di previsione ed a quella data Tenuta vuole arrivarci con le spalle coperte, ovvero con l’unità dei dieci consiglieri di maggioranza. Per ottenere ciò è probabile che il sindaco sia costretto ad effettuare qualche mossa. Tenuta, finora, non ha inteso defenestrare nessuno ma le situazioni creatisi potrebbero indurlo a farlo qualora chi, nella giunta, non ha più la fiducia di alcuni pezzi della maggioranza, non dovesse rassegnare le dimissioni così come ha fatto in modo dignitoso e responsabile, l’assessore Capalbo. Continua a restare al suo posto, invece, il presidente del consiglio, Fabbricatore, nonostante otto consiglieri, di cui tre della maggioranza, su sedici hanno sottoscritto la mozione di sfiducia nei suoi confronti. Non hanno ritenuto, al momento, prendere posizione sugli ultimi eventi, cioè non hanno ritenuto opportuno sprecare una parola sui dimissionari, né la restante parte della maggioranza né il Coordinamento Liste Civiche, sempre più marginale all’attività politica dell’esecutivo, ovvero quasi mai coinvolto nelle scelte e sempre costretto a subirle passivamente.
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