Un silenzio assordante ha avvolto la chiusura, passata del tutto inosservata, del periodico "Confronto".
Il Prof. Giuseppe Abbruzzo ha spedito nelle scorse settimane agli abbonati l'ultimo numero, dopo quarant'anni di attività.
Non una sola parola di commiato ha accompagnato questo pluridecennale progetto editoriale.
Nel sue pagine c'è scritta la storia culturale di Acri, con penne che l'hanno onorata nel corso del tempo.
Certo, qui non ci trovi il fatto spicciolo di cronaca che può comparire su un quotidiano, ma per quarant'anni è stato un ottimo elzeviro.
Qualcuno, un po' ingenerosamente, avrebbe preferito una politica editoriale più graffiante verso il potere costituito. Sono gli stessi che preferiscono far comparire gli altri, senza esporsi più di tanto.
Nel corso degli anni "Confronto" ha garantito ospitalità a chiunque gliel'abbia chiesta, rappresentando, soprattutto prima che internet dispiegasse la sua rivoluzione, l'unica piattaforma in grado di far esprimere chi avesse qualcosa da dire.
La speranza ora è che l'amministrazione comunale si attivi per entrare in possesso dell'archivio, perché là dentro c'è la chiave interpretativa di Acri e degli acresi, non solo degli ultimi quarant'anni, ma con radici assai più profonde.
In simili momenti le polemiche possono rappresentare una stecca, ma come non sottolineare il motivo profondo che ha portato alla chiusura di "Confronto"?
Il periodico chiude perché il Prof. Abbruzzo aveva sulle spalle tutto il suo peso, anche nelle mansioni più pratiche ed elementari come la spedizione agli abbonati.
Ognuno rifletta sull'amarezza che ha accompagnato la chiusura del giornale.
Intanto approfitto dell'occasione per rivolgere un grazie sentito al Prof. Giuseppe Abbruzzo, insieme all'auspicio che Dio ce lo conservi a lungo.
E' una sorta di enciclopedia vivente e ognuno di noi, per un motivo o un altro, a lui si è sempre rivolto perché l'unico in grado di dissipare questo e quel dubbio.
In fatto di storia e cultura locale ha la credibilità della Corte di Cassazione: se lo dice lui, non c'è dubbio.
"Confronto" rimarrà tra le cose da conservare e l'esempio del Prof. Abbruzzo un vanto per noi tutti.