Capalbo (PD); “il nostro interlocutore deve essere Oliverio.”
ACRI. “Ci auguriamo che i Commissari alla sanità, rivedano il piano riguardo il Beato Angelo, altrimenti siamo pronti anche ad intraprendere azioni eclatanti.” Ospedale declassato e poliambulatorio ridimensionato. L’amministrazione comunale ha deciso di alzare la voce ed ha scritto sia a Scura che a Filippelli. Con il decreto dello scorso due aprile, il presidio sanitario non è più ospedale spoke con quello di Castrovillari ma è diventato ospedale di montagna con tutte le conseguenze che ne derivano tra cui impossibilità di avere strutture complesse, ovvero primari e perdita di alcuni servizi. Parimenti il poliambulatorio, giorno dopo giorno sta perdendo figure professionali ed attività importanti. Insomma una mannaia su Acri e dintorni. L’amministrazione comunale, nelle figure del sindaco Tenuta e dell’assessore alla sanità Gencarelli, ha inviato due missive rispettivamente al responsabile regionale della sanità ed a quello provinciale. In sostanza, il Comune chiede un incontro a Scura e Filippelli per sottoporre alla loro attenzione una bozza di un piano di riorganizzazione dell’ospedale redatta dall’amministrazione Tenuta. “Siamo fiduciosi – si legge in una nota – in quanto lo stesso Commissario Scura, nei precedenti incontri, ha offerto la propria disponibilità a procedere ad un potenziamento della struttura ospedaliera, riconoscendone le ottime prestazioni offerte nel tempo ma anche sottolineando le peculiarità del territorio prevalentemente montano e con infrastrutture di comunicazione molto precarie. Nella bozza si auspica di poter risalire a ritroso le tappe che hanno portato al depotenziamento ingiustificato e mortificante dell’ospedale recuperando i reparti perduti e quelli ridimensionati, per ridare ad esso la sufficiente autonomia che permetta di assicurare ai cittadini di Acri e dei Comuni viciniori, la tranquillità e la tutela dei diritti costituzionali ad essi riconosciuti, con una tipologia di ospedale autonomo che consenta l’osservanza dei livelli minimi di assistenza, la tempistica dell’emergenza, la fruizione di servizi efficienti ed efficaci, pur mantenendo il principio di economicità.” L’amministrazione, inoltre, punta l’indice anche sul depotenziamento del poliambulatorio dove oltre alla soppressione di alcuni servizi si registrano anche guasti degli strumenti. “Anche al Commissario provinciale – scrive il Comune -porteremo una richiesta di revisione dei suoi atti aziendali alla luce delle esigenze del vasto comprensorio. Confidiamo in una sollecita risposta di entrambi i Commissari, perché qualora si proseguisse nell’attuale atteggiamento dilatorio, ci vedremo costretti a tutelare le ragioni dell’intera popolazione acrese e dei Comuni limitrofi anche con azioni eclatanti, più volte sollecitate anche dai comitati spontanei sorti a tutela del diritto alla salute dei cittadini acresi. In realtà, da quando è stato Spoke con quello di Castrovillari, cioè dal dicembre del 2012, il decreto 191 non è mai stato attuato in pieno ed ora il nuovo decreto non prevede strutture complesse, ovvero primari, nemmeno in radiologia, chirurgia generale, ginecologia e pronto soccorso. Inoltre, non saranno riattivati i reparti di psichiatria e ostetricia, nonostante quest’ultimo produceva circa trecento parti all’anno, e si potranno effettuare solo interventi chirurgici programmati. Non sono servite, evidentemente, le visite di cortesia di tecnici ed amministratori, le prese di posizione e gli appelli di diversi esponenti politici locali e regionali e le varie iniziative pubbliche. Pino Capalbo, capogruppo Pd, la pensa diversamente; “ritengo che il nostro vero interlocutore deve essere il presidente Oliverio e non giammai un rispettabilissimo tecnico qual è Scura. I calabresi hanno votato un presidente della Regione che deve farsi carico anche di questa problematica e non è più sopportabile un commissariamento della sanità che dura oramai da circa dieci anni e che al momento non ha prodott nulla di buono.”
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