Anna Vigliaturo, in caso di vittoria, sa di non avere la maggioranza in consiglio comunale, già ipotecata dalla coalizione che sostiene Pino Capalbo.
Tuttavia questo non la scoraggia più di tanto e cerca di vedere una opportunità anche nelle dicoltà. Ieri pomeriggio, nella sede del suo punto incontro, ha incontrato i giornalisti per esporre la sua idea di governo qualora fosse eletta sindaco di Acri domenica al termine del turno di ballottaggio “In questi ultimi anni – ha spiegato Anna Vigliaturo –, la dialettica politica spesso ha lasciato spazio agli scontri personali, con un evidente scadimento rispetto al passato”.
In sostanza, “non un confronto tra idee alternative, ma uno scontro che spesso con la politica aveva poco a che vedere”. Questa fase “ha prodotto danni notevoli alla nostra comunità e il dissesto finanziario del Comune è figlio anche di questo clima”.
Per la Vigliaturo, “senza voler addossare colpe specifiche, abbiamo assistito a una corsa insensata alla discontinuità. Tutto ciò che era stato fatto in passato era sbagliato e andava cambiato, molto spesso senza entrare nel merito delle questioni. Nessuno ha mai voluto, per una contrapposizione ne a se stessa, riconoscere i meriti di che aveva governato prima”.
Da questa premessa, parte un ragionamento. “Vi sono problemi talmente gravi su cui occorre fare fronte unico, senza divisioni.
Penso, ad esempio, all’ospedale: è illusorio pensare di fare da sé.
Perché non fare un comitato cittadino inclusivo e far valere una forza in cui confluiscano tutte le energie positive della città?”.
Questo assunto avrebbe chiaramente delle ripercussioni pratiche.
“Se dovessi diventare sindaco – ha continuato Anna Vigliaturo –, la mia idea sarebbe quella di avere una maggioranza di sedici consiglieri su sedici. Fare un governo dalle larghe intese che si rimettesse anche nella composizione dell’esecutivo comunale, con un programma condiviso da tutte le forze politiche interessate”.
Questo “è un progetto alternativo a quello di Pino Capalbo. Se vince lui nasce un governo di parte, se vinco io prende corpo il governo di tutti”.
Sull’esito del ballottaggio di domenica prossima, “partiamo da zero a zero. Non ci sono più i candidati al consiglio comunale a orientare il voto, quindi saremo ai nastri di partenza alla pari”. La fisiologica flessione del numero dei votanti “potrebbe favorirmi”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 22-06-2017
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