Risale a qualche giorno fa la consegna fatta dalla Laca, al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Acri di tute di protezione per covid19.
La Laca si interroga e riflette sul fatto che forse, se non fosse per le donazioni private al nostro nosocomio, forse avremmo degli operatori sanitari in prima linea e privi degli idonei dispositivi di protezione individuale.
Si è giunta a questa amara conclusione perchè dalla visita fatta qualche giorno fa, davanti al Pronto Soccorso di Acri, per la consegna della tute, ci si è resi conto che non esiste uno standard nella dotazione dei presidi di protezione individuale, ma ogni operatore indossa qualcosa di diverso dall'altro e ci è sembrato che ognuno si arrangia come può.
Poi una serie di interrogativi, perchè si verifica tale situazione, forse perchè non arrivano presidi standardizzati da parte dall'Azienda Sanitaria. Se è così l'Azienda cosa aspetta? in qualità di datore di lavoro non dovrebbe fornire i Dpi adeguati alla situazione?
Lavorare in queste condizioni, se la nostra impressione (LACA n.d.r.) fosse giusta, significa sottoporre chi lavora a rischi inutili e pericolosissimi, tale situazione potrebbe ingenerare nei lavoratori situazioni da stress di lavoro correlato.
Fine ad oggi sono stati effettuatti degli screening, agli operatori sanitari impegnati in prima linea nella lotta contro il covid19, attraverso test sierologici, adottati da molte regioni italiane, nonché tamponi ove necessario?
Infine, si apprezza il gesto dell'Amministrazione Comunale per aver fornito ottanta test sierologici per rilevare le immunoglobuline prodotte dal virus, ma ci si chiede se questi sono sufficienti per la mappatura dei tutti gli operatori sanitari.
Infine la La Laca esorta l'Amministrazione Comunale e quindi il Sindaco, quale massima autorità in materia di igiene e profilassi, a considerare quanto finora esposto.