Acri. Chi si reca in Sila, può verificare, soprattutto alzando lo sguardo verso la sommità degli alberi, un’altra criticità di cui soffre la Calabria e questa zona in particolare: la Processionaria.
Il fenomeno, sottovalutato negli anni, ha assunto proporzioni allarmanti e pericolosi per piante ed essere umani. Anche nel centro abitato. La lotta a questo parassita, che sembra un batuffolo di cotone, in questo momento, sembra non trovare metodi efficaci ma si dovrebbe attuare a fine estate, visto che in questo periodo si possono effettuare uno o due trattamenti alla chioma con preparati microbiologici a base di Bacillus thringiensis var kurstaki. Gli interventi vanno eseguiti nelle ore serali e in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in maniera uniforme. Trattandosi di un prodotto biologico ha una limitata azione nel tempo ed è facilmente dilavabile pertanto, in caso di forti infestazioni o di piogge successive al trattamento, è bene eseguirlo nuovamente dopo quattro o cinque giorni. Il Bacillus thringiensis è del tutto innocuo per l'uomo, i vertebrati e gli insetti in genere. In inverno è il periodo in cui ci si accorge della presenza dell'insetto, quando sono ben visibili i nidi formati dalle larve. La lotta, in questo caso, deve essere mirata alla distruzione con il fuoco, dopo aver tagliato il ramo su cui sono presenti. Gli interventi messi in atto contro la processionaria non possono, però, evitare il ripresentarsi in futuro di nuove infestazioni. Pini ed abeti ne sono pieni. Insomma prima si interviene meglio è, ma oggi la Calabria, e la Sila in particolare, deve combattere un nuovo e brutto nemico.