Maurizio Feraudo ha un passato di consigliere comunale prima e regionale poi.
Avv. Feraudo, a distanza di tempo, cosa l’ha convinta a rimettersi politicamente in gioco?
Ero fuori dalla politica da sette anni e ritengo fosse giunto il momento di riprendere. Intanto per l’amore che ho per la mia città, poi per la preoccupazione che potesse andare disperso il senso del mio impegno passato. La mia candidatura nasce anche dalla consapevolezza che gli altri tre che aspirano alla carica di sindaco abbiano tutti delle repsonsabilità per l’attuale stato in cui versa il Comune.
Nelle sue liste figurano molti consiglieri uscenti di maggioranza. C’è una linea di continuità con l’amministrazione Tenuta?
Io non mi sento il continuatore di nessuno. Tenuta ha fatto cose importanti e ha avuto anche il buon senso, da sindaco sfiduciato, di non riproporsi. Se devo individuare delle responsabilità, dico che nella formazione delle giunte il metodo non mi è piaciuto, perché quella condotta ha portato a uno sfaldamento della squadra.
Il ricorso che lei ha presentato contro una delle liste di Capalbo è stato ritenuto inammissibile dal Tar. Lo riproporrà?
La campagna elettorale è fatta anche di formalità e a volte la forma è sostanza. Le sette liste in questione prensentano tutte delle grossolane incongruenze che vogliamo far emergere. Presenteremo ricorso contro ognuna di esse, non lo abbiamo fatto in questa fase per non stravoglere il clima elettorale.
Lei ha sempre rivendicato dei meriti sui fondi per SS660 e Sibari-Sila...
Quando ero consigliere regionale, c’era il serio pericolo che 50 milioni di euro destinati al nostro territorio tornassero indietro. Grazie al mio impegno, questo non è accaduto.Per la Sibari-Sila c’erano 35 milioni, oggi non ci sono né i soldi, né la strada, i cui lavori sono rimasti incompiuti.
Sulla SS660 sento candidati fare riferimento a stanziamenti della Regione per l’illuminazione della galleria, ma con i venti milioni a disposizione la galleria doveva già essere illuminata. Solo per esigenze elettorali, per dimostrare che i lavori sono in corso oggi mettono i guardrail su una strada che ancora non c’è.
Acri in dissesto. Di chi le colpe?
Formalmente la Corte dei Conti l’ha dichiarato sui bilanci 2011 e 2012, quando Annna Vigliaturo era assessore, e qui si parla di enormi anomalie. Se si trattasse del fallimento di un’azienda i responsabili dovrebbero mettersi da aprte, in politica invece si ripropongono. Sui conti comunque sono evidenti problemi a partire dal 2007.
Come immagina il futuro dell’ospedale?
Intanto mi lasci parlare delle responsabilità di quei politici, allora potenti, che hanno chiesto agli acresi di non protestare perché ci avrebbero pensato loro. Hanno escogitato uno Spoke fallimentare. Il declino è stato comunque avviato con la giunta Loiero. Acri dovrà avere un ospedale generale. E’ l’unica soluzione.
Quali le priorità del suo programma?
Soprattutto la ridefinizione del rapporto tra Comune e cittadini, che inneschi una rinnovata fiducia tra l’ente e gli acresi. Il futuro sindaco dovrà mensilmente rendicontare ciò che fa, all’insegna del coinvolgimento e della trasparenza.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 24-05-2017
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