In occasione dell’ultimo consiglio comunale, Natale Bruno, consigliere di maggioranza, ha attaccato duramente il collega di opposizione Pino Capalbo. Il presidente delle assise, Cosimo Fabbricatore, gli ha tolto la parola. Per Bruno si è trattato di un abuso, al punto da chiedere la rimozione dall’incarico di Fabbricatore.
Bruno ha scritto al sindaco Tenuta, “chiedendo una convocazione urgente del consiglio avente come oggetto principale la sfiducia del presidente”.
“Per quanto concerne il mio intervento – spiega Bruno in una nota -, criticato dall’opposizione, non ritengo che sia stato in alcun modo fuori tema o fuori luogo, era mia intenzione chiarire quale fosse l’origine delle difficoltà economiche che oggi preoccupano giustamente i cittadini acresi, vorrei pertanto precisare che nell’avere chiesto la parola, negatami dal presidente del consiglio, volevo solo portare in modo propositivo e positivo un contributo per fare ulteriore chiarezza in merito a una eventuale riconferma da parte della Corte dei Conti sul paventato dissesto economico del nostro ente. Qual era pertanto l’interesse del presidente a negarmi la parola?”.
Mi rendo conto a questo punto – scrive ancora Bruno -, come più volte detto anche da altri esponenti, dell’enorme difficoltà che incontra il presidente Fabbricatore nel ricoprire il suo ruolo così importante e delicato, nello stesso tempo sono qui ad assumermi le mie responsabilità, ricordando che il presidente detiene un record alto di sfiducie da parte dell’opposizione. Non scappo quindi dalla mia responsabilità nell’avergli rinnovato la fiducia, commettendo un grave errore”.
Per Bruno, “i tempi sono cambiati, lui appartiene al vecchio modo di fare politica e quindi rifiuta il nuovo, il giusto, la verità, prendo atto che difende i vecchi metodi e i vecchi sistemi dei quali io non ho mai fatto parte. Incontro tanti giovani tutti i giorni e la percezione è che se si sono allontanati dalla politica è anche per colpa di chi monopolizza tutto ovunque si trovi, in tutti gli spazi della società, lasciando poco spazio o niente agli stessi giovani, usando la politica spesso per fini personali e clientelari”
Ancora, Fabbricatore “soffre di manie di protagonismo e la sua presenza nel sindacato e nelle diverse realtà di lavoro è frutto di una sua voglia di onnipresenza, invece di ricoprire un ruolo così delicato, istituzionale e imparziale, provando a garantirsi il suo spazio politico e tentando di accaparrarsi il suo pacchetto di consensi. Tutto questo ormai non regge più”.
Quindi l’affondo, “l’unica certezza è che a breve, spero, verrà collocato a riposo, mi chiedo cosa farà e con chi se la prenderà. Magari continuerà a regnare nel sindacato, a proposito, ma lo statuto del sindacato non prevede che chi fa attività sindacale non può fare allo stesso tempo politica?”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 04-08-2016
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